Il brodo di Natale in Emilia-Romagna

“[…] un progetto di cuore che coinvolge con un lavoro di sistema in primis un’intera regione, ma anche tutti coloro che in questa terra, in questa tavola e in queste ricette si rispecchiano perché vedono parte della loro storia, nonché tutti gli emiliano-romagnoli sparsi per il mondo e tutte le persone che si vogliono emozionare leggendo e sfogliando storie di cucina”

Così scrivono i due autori – Irene Fossa e Mattia Fiandaca – a proposito di questo bel libro uscito poco prima di Natale, al quale “La Cucina Italiana” ha giustamente dedicato attenzione e apprezzamento in un ampio servizio pubblicato sul sito della rivista.

Insieme a Fossa e Fiandaca hanno preso parte al progetto numerose personalità tra storici, scrittori, giornalisti e gastronomi: Alberto Capatti, Luca Cesari, Lia Cortesi, Martina Liverani, Massimo Montanari, Alberto Natale, Paolo Tegoni e Giulia Ubaldi. Tra i patrocini quello dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, di Casa Artusi e di Slow Food Emilia-Romagna.

Anolini, cappelletti, tortellini: una ricetta per ogni città, accompagnata da un ricordo e da una storia personale. Il tutto impreziosito dalle illustrazioni di Lucia Catellani, che da anni si occupa in particolare di rappresentare cibo, tavole e piatti.

Punti di partenza, comuni a tutte le città, sono la sfoglia della maestra Rina Poletti e il brodo – rigorosamente di cappone – di Bianca Maria Bellei. Poi il viaggio prosegue attraverso l’Emilia-Romagna e oltre.

Il libro infatti spazia fino a raccontare tutti i brodi del mondo, perché alla fine “tutto il mondo fa brodo”. Per questo, racconta Mattia Fiandaca, “è un libro che ci aiuta a scoprire quanto le storie degli altri sono simili alla nostra. Un libro che sarà un viaggio di casa in casa per capire che in fin dei conti, se ci ascoltiamo, siamo tutti parte dello stesso brodo”.

Il progetto di questo libro nasce dal basso, sostenuto da una campagna di crowdfunding lanciata attraverso la piattaforma Idea Ginger: in un solo mese si è raggiunto l’obiettivo economico iniziale e la raccolta si è conclusa superando gli 8.000 euro di donazioni.

E siccome il libro ruota intorno al brodo – “che quando arriva in tavola è sinonimo di famiglia, di feste, di pranzo lento preparato con cura, di ricordo, tradizione e condivisione. Insomma, collante di vite e corroborante di stomaco e cuore” – i due autori hanno pensato che il progetto del libro potesse contribuire anche a sostenere chi ha fatto della pasta uno strumento di terapia e di riscatto.

Così per ogni donazione ricevuta e per ogni copia del libro venduta, parte del ricavato viene devoluto a il Tortellante di Modena, laboratorio abilitativo dove giovani e adulti autistici imparano a produrre pasta fresca fatta a mano e, in particolare, i tortellini modenesi. Un progetto, quello del Tortellante, avviato a gennaio 2016 dall’associazione Aut Aut, sostenuto e promosso fin dall’inizio dallo chef modenese Massimo Bottura, che ha coinvolto tutta la comunità del territorio e ha permesso alle persone coinvolte di crescere nelle attività abilitative e migliorare la loro autonomia.

Il libro, presente in diverse librerie dell’Emilia-Romagna, al di fuori della regione può essere ordinato on line sul sito dedicato Il brodo di Natale. Io l’ho già fatto!

E mentre aspettiamo di sfogliare e leggere il libro possiamo gustarci il video di presentazione preparato da Irene e Mattia.

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