Pubblicato per la prima volta nel 1990 da Muzzio e riproposto successivamente da Tarka edizioni, il libro fa parte di una collana di oltre 40 titoli dedicati alla cucina del territorio.
L’autore, Giovanni Goria, avvocato astigiano (1929 -2018), è conosciuto proprio per la sua attività come gastronomo della cucina piemontese.
Nel 1962 entra a far parte dell’Accademia Italiana della Cucina per la quale è stato delegato di Asti per circa trent’anni e anche vicepresidente nazionale. Negli anni ’80 e ’90, è stato coinvolto nell’organizzazione delle manifestazioni gastroenologiche di Asti e del Piemonte; per la Rai ha condotto la rubrica televisiva settimanale Menù di stagione con Ave Ninchi e quella radiofonica Il commensale di gusto.
Marco Guarnaschelli Gotti – giornalista e gastronomo – che fin dalla prima edizione firmava la presentazione del libro, ispirandosi scherzosamente a Baudelaire, ne fa un circostanziato (e meritato) elogio:
“Durante il lungo periodo di più o meno forzato soggiorno in Belgio, Baudelaire si abbandonava a pensieri di questo tenore: Niente amante, quindi leggere libri d’amore… Niente di decente da mangiare, quindi leggere libri di cucina”. Bene, vorrei che la cronologia mi avesse consentito di proporgli questo, di Giovanni Goria: se un libro può sostituire il piacere gustativo (ma secondo me può anche superarlo) è quello che state ora sfogliando.
Ci sono autori che, indipendentemente dal magistero tecnico, raggelano la materia: le salse si addensano immote nei loro testi, le fricassee non sprigionano aromi, bisogna fare per capire. Goria è il contrario: la gioia tattile e papillare si sprigiona dalla sua pagina, la sua ricetta come un risotto “ben pemperato”, emana commoventi profumi.
Ma Giovanni Goria è anche un solido gentleman astigiano, avvocato e campagnolo, profondamente radicato nella cultura e nella tradizione di quel territorio “collinare e vignaiolo” dove ha origine tanta parte della cucina del Piemonte: e, oltre ai profumi, di questa cucina sa rendere il valore profondo storico, sociologico, agroeconomico, senza pignolerie ma con affettuoso rigore.”
Sono ben 270 le ricette proposte da Goria: sono antipasti (numerosissimi), pizze e focacce, primi piatti, piatti di mezzo, pollame e cacciagione, verdure, dolci, frutta e formaggi. Raccolte nell’indice analitico che segue la nutrita bibliografia, sono ricercabili anche nell’indice analitico che chiude il volume. E si tratta, come spiega Goria, di ricette piemontesi “antico-attuali” che ciascuno è invitato a sperimentare e gustare.
In sintesi sono l’amore per la sua terra e il gusto del buon cibo condiviso in amicizia i tratti distintivi del gastronomo Giovanni Goria, come emerge con evidenza da questa videotestimonianza.