«Il Rigettario» di Ugo Tognazzi

Fatti, misfatti e menù disegnati al pennarello: con questo sottotitolo usciva nel 1978 questo gustoso libro firmato da un mito del cinema italiano. Insieme a 18 menù ideati da Ugo Tognazzi per la famiglia e per i suoi ospiti più illustri e a 22 nuove ricette coloratissime illustrate di suo pugno, il libro, tra aneddoti esilaranti, piatti estrosi e fotografie di vita quotidiana, accompagna il lettore alla scoperta di questo straordinario personaggio del cinema italiano. L’anno scorso, in occasione del centenario della nascita di Tognazzi, il libro è stato ripubblicato con quattro bellissime prefazioni alla nuova edizione firmate dai figli Ricky Thomas, Gianmarco e Maria Sole.

“Questo – scrive Maria Sole – è il mio primo ricordo legato al libro: mio padre curvo su dei fogli con in mano i pennarelli e io piccolina, sette otto anni, che mi chiedevo perché papà facesse quei disegni. Il proposito di trasformare tutto questo in un libro sarebbe venuto solo dopo, ma l’idea di partenza era quella di invitare degli ospiti a cena e sperimentare con loro un menù particolarissimo; le combinazioni stravaganti non si limitavano – però – solo ai cibi, ma si allargavano anche agli invitati. […] Le ricette di questo libro, menù di veri e propri pranzi e cene realmente avvenuti, erano spesso realizzate per delle tavolate assurde. Succedeva magari che incontrasse un signore per strada che lo guardava in maniera secondo lui simpatica e il cui volto lo incuriosiva e finiva per invitarlo a casa per mangiare insieme a Marco Ferreri e Vittorio Gassman. Riusciva a creare dei gruppi senza alcuna logica, non dando molto peso al fatto che gli invitati potessero o meno andare d’accordo, anzi se c’erano elementi di disturbo a rendere la conversazione ancora più divertente e unica, lui era soddisfatto. Il mio grande rammarico è quello di aver iniziato tardi a capire di apprezzare molto il cibo e i sapori, intorno ai ventott’anni. […] Oggi che ripubblicano i suoi libri e la cucina mi appassiona moltissimo (conto tra i miei più cari amici bravissimi cuochi) mi dico che rammarico, che dispiacere non averlo capito a dieci anni! Ma sono sicura che sarebbe contento di sapere, e forse lo sa, che ora l’ho capito”.

In questa galleria di immagini un piccolo esempio dei coloratissimi disegni a pennarello frutto della passione culinaria di Tognazzi: due menù e due ricette!

Ma per capire il senso del titolo e lo spirito che anima il libro lasciamo la parola all’autore e alla sua simpaticissima introduzione intitolata Dalla parte di Ugo.

“[…] Rigettario, e non ricettario, unicamente perché i miei menù sono ispirati a quella che io chiamo la «filosofia del rigetto»: rifiuto cioè di tutto ciò che, in gastronomia e nell’arte culinaria – con tutto il rispetto per i Grandi Esperti, i Venerati Soloni – è convenzionale, prestabilito, codificato.

Troverete in questo libro menù pantagruelici, trimalcioneschi, francescani, campagnoli. Addirittura menù squinternati: tre minestre e quattro secondi, il pesce dopo la carne, sfilze di antipasti da «nonmangiarpiùnientedopo». Piatti regionali mescolati a piatti esotici, molte verdure e poca carne, molta carne e poco contorno. Piatti delicati che finiscono con il castagnaccio.

[…] Indubbiamente, in questo libro l’invito a mangiare e a mangiare bene c’è, come c’è lo stimolo alla golosità; ma, siccome nessuno è mai riuscito a imporre a un altro determinate cose, non mi si rimproveri di aver presentato dei piatti magari un po’ pesantucci. Le persone che io generalmente invito sono tutte maggiorenni e non si fanno scrupolo, proprio per quella «filosofia del rigetto» di cui ho parlato, di rifiutare questo o quel piatto oppure l’intero menù, perché «rigettario» vuole anche dire rigetto del pregiudizio secondo il quale «il padrone di casa si offende se non si mangia».”

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