La cucina povera di Eduardo De Filippo

Per descrivere Si cucine cumme vogli’i’…, gustoso libretto scritto dalla moglie Isabella Quarantotti per raccontare la cucina povera di Eduardo De Filippo e pubblicato da Guido Tommasi Editore, ci affidiamo alla penna di Dario Fo che ne ha firmato la presentazione.

Si cucine cumme vogli’i’… non è semplicemente una sapiente raccolta di ricette di cucina, è soprattutto un momento in cui la cultura, la tradizione napoletana, l’arte culinaria, il teatro e la personalità di Eduardo De Filippo si fondono insieme per regalare al lettore uno “spaccato” di vita vera del grande maestro partenopeo. Insieme alle ricette, fatte di ingredienti estremamente semplici, economici e sempre freschi di stagione, Isabella Quarantotti De Filippo ha fuso i ricordi del marito legati alla sua infanzia e alle “prime lezioni di cucina povera” impartitegli dalla nonna materna, i piccoli segreti e le piccole astuzie del doversi arrangiare con poco, apprese tra i fornelli: la parsimonia, ma soprattutto la fantasia, la creatività e la voglia di sperimentare. Molte sono le ricette di Eduardo e di nonna Concetta, c’è persino un divertente poemetto, rimasto purtroppo incompiuto, al quale Eduardo era molto affezionato e che cominciò a scrivere intorno agli anni Sessanta, da cui riemergono sapori antichi e misteriosi e uno scritto dedicato ai ricordi legati al rito della tostatura del caffè con l’“abbrustolaturo”, un cilindro con una manovella e un lungo perno che veniva appoggiato su una scatola di metallo dentro la quale, sul fondo, era sistemata la carbonella accesa.
Per Eduardo il cibo ha sempre avuto un grande valore: un modo per apprezzare la vita e per celebrarla. Nel suo teatro perciò spesso troviamo un momento dedicato al cibo: una pietanza da preparare, un tavolo imbandito intorno al quale incontrarsi, una cucina piena di tegami, pentole, coperchi e arnesi di tutti i tipi”.

Il ricettario, dopo un primo capitolo interamente dedicato al ragù, prosegue con i primi piatti, i secondi piatti, gli ortaggi, i dolci, e si conclude con un capitolo dedicato al caffè, in cui la Quarantotti ricorda come Eduardo, nella vita e in teatro, abbia sempre decantato le virtù della “napoletana”. Quando, ad esempio, nell’apertura del secondo atto di Questi fantasmi Pasquale spiega al Professor Santanna i segreti del vero caffè napoletano…

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