«Ricettario dei luoghi immaginari» di Alberto Manguel

“Il cibo corrobora la realtà della narrazione. Aspetto sempre con trepidazione il momento in cui un personaggio deve fermarsi per mangiare, perché, per me, anche soltanto menzionare il cibo rende la storia più umana! […] I tormenti di Ulisse e dei suoi compagni sono per me assolutamente convincenti perché, perfino quando piangono i compagni massacrati dai Ciclopi, si ritrovano per un momento conviviale, durante il quale consumano «carne di montone in incredibile abbondanza e dolce vino». In questo libro ho evitato i luoghi narrativi ‘reali’, e mi sono invece concentrato sui cibi provenienti da luoghi che esistono soltanto nell’immaginazione. Sotto ogni forma e foggia, dagli elaborati banchetti di Atlantide al più frugale pasto di Robinson Crusoe sull’isola, tutto il cibo (come ci racconta la letteratura) è essenzialmente la prova della nostra umanità condivisa: il pane per ricordarci della terra da cui tutti proveniamo e il sale per ricordarci la terra a cui tutti dobbiamo tornare.”

Si conclude così la prefazione di questo libro – davvero singolare – pubblicato recentemente da Vita e Pensiero. L’autore, Alberto Manguel (1948), è scrittore, saggi­sta, traduttore e critico, ma preferisce definirsi soprattutto un appassionato let­tore di libri. Nato a Buenos Aires, ha vissuto in molti paesi del mondo, da Israele (dove suo padre era ambasciatore) alla Francia, dalle Isole del Pacifico al Canada, a New York. Oggi vive a Lisbona, dove dirige il Centro di lettura internazio­nale. Mentre, giovanissimo, lavorava in una libreria di Buenos Aires, conobbe Jorge Luis Borges, ormai cieco, che gli chiese di leggere per lui ad alta voce: fu l’inizio di una lunga amicizia, raccontata da Manguel nel suo Con Borges (2004).

Il fatto è che, come colle­ziona letture, Manguel fin da ragazzino raccoglie, sperimenta e inventa ricette e qui unisce entrambe le passioni facendoci sedere a tavola con i suoi perso­naggi preferiti, sullo sfondo dei luoghi letterari più fantasiosi. Partiamo così per un grand tour di antipa­sti, primi, secondi e dessert, senza dimenticare salse e bevande, per ognuno dei quali fornisce dosi e istruzioni insieme con l’assicurazione di aver provato e gustato personalmente ogni ricetta. Di por­tata in portata il suo ricettario fa tappa nel Bengodi di Boccaccio, al Jurassic Park di Crichton, nella Babele di Borges, nel Paese di Oz, e in tante altre storie e luoghi della letteratura.

Ecco qui di seguito – a titolo di esempio – due ricette proposte e illustrate da Alberto Manguel ispirate rispettivamente da Borges e da Rushdie

Manguel è convinto che la letteratura sia nutrimento non solo per l’anima, come sottolinea in apertura della prefazione al ricettario, ricordando il dono singolare che la nonna volle fare al nipote ventenne e che egli conserva tuttora nella sua cucina:

“Quando andai via di casa per la prima volta all’età di vent’anni verso un’esistenza che si sarebbe rivelata in larga misura nomade, mia nonna mi regalò un vasetto con dentro un sacchetto di sale e un pezzo di pane. Mi disse che in un antico racconto popolare ebraico si narrava di un viaggiatore che aveva ricevuto lo stesso dono da un angelo affinché non dovesse mai patire la fame, e quindi, per assicurarsi che non mi mancasse mai un boccone da mangiare, mi raccomandò di tenere sempre con me quel vasetto, ovunque il destino mi avrebbe portato. Dopo innumerevoli case in più paesi di quanti valga la pena di ricordare, quel vasetto si trova ora su un’alta mensola di quella che spero sarà la mia ultima cucina. Quel vasetto sta lì come un monito che la letteratura è nu­trimento non solo per l’anima.”

Nella sua esperienza di lettore curioso e appassionato Manguel sa che la letteratura può trasformarci e in questo video spiega con grande efficacia come e a quali condizioni.

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