Gattò di Hiwet

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Il nome (e la ricetta) di questo piatto sono tratti dal libro “Si cucine cumme vogli’i’…” dedicato da Isabella Quarantotti alla cucina del marito Eduardo De Filippo:

“Negli ultimi anni della sua vita – scrive la Quarantotti – a Eduardo venne una specie di avversione per i cibi troppo grassi e ricchi, e così il gattò di patate tradizionale, che tanto gli piaceva, diventò pesante per lui. Ripiegò su questa variante più delicata, da lui chiamata ‘gattò di Hiwet’ dal nome della nostra brava cuoca eritrea che lo cucinava benissimo”.

Può essere servito come secondo piatto o come antipasto. Le dosi proposte sono per 4 persone.

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Ingredienti

  • 45 patate medie
  • 40 gr. di burro
  • 1/2 bicchiere di latte
  • sale
  • 250 gr. di mozzarella fiordilatte o scamorza bianca affettata sottile
  • 100 gr. di formaggio tipo montasio grattugiato grosso (da aggiungere a piacere alla ricetta di Eduardo)
  • olio extravergine di oliva
  • pangrattato

Preparazione

Per la preparazione riportiamo quanto ottimamente proposto in “Si cucine cumme vogli’i’…”

“Fate un purè di patate condito con poco burro e poco latte: deve risultare cremoso ma sodo. In una pirofila oliata e tappezzata di pangrattato versate metà del purè, lisciandolo con una palettina di legno. Disponetevi sottili fettine di fior di latte (cioè di mozzarella di mucca e non di bufala che produrrebbe troppa acqua) e qualcuna, se vi piace, di provola affumicata. Coprite col resto delle patate. Spolverizzate di pangrattato, condite la superficie con un filo d’olio e ponete la pirofila in forno caldo [a 200 gradi] per una ventina di minuti.”

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