La cucina dei monasteri

Sebastiana Papa (Teramo 1932 – Roma 2002) è stata una fotografa di fama internazionale e instancabile viaggiatrice. Ha pubblicato con diversi editori (Mondadori, Franco Maria Ricci, Garzanti, Fahrenheit, Vallardi) e ha esposto alla Biennale di Venezia, a New Delhi, Madras, Gerusalemme, Alessandria d’Egitto, Istanbul, Rio de Janeiro, Mosca, Tel Aviv, Tunisi, Roma e altre città italiane. Ha collaborato con numerosi giornali italiani e con molte testate internazionali.

Certo, a prima vista può sembrare strano che una fotografa scriva un libro sulla cucina dei monasteri. Ma Sebastiana Papa coltivò per tutta la vita un interesse speciale per il monachesimo femminile, come testimonia il libro La repubblica delle donne. Monachesimo femminile nel mondo, 1967-1999. Uscito postumo nel 2013 nella collana Collezioni dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) in collaborazione con la casa editrice Postcart , il volume segue fedelmente i contenuti di un menabò progettato dalla fotografa e mai pubblicato, con testi e didascalie da lei composti.

“Il calendario della cucina del monastero benedettino di Santa Maria di Rosano segnava aprile 1967, una data che riporta la mia prima fotografia monastica”, scrive Sebastiana Papa introducendo il progetto di questo affascinante viaggio fotografico nel monachesimo femminile nel mondo. E prosegue: “Non è stato facile portare un mezzo così adatto all’indiscrezione, come la macchina fotografica, in un mondo di donne che hanno scelto il nascondimento. Come per tutte le ricerche si scommette col tempo e si impara la pazienza e la determinatezza”.

Nessuna fotografia invece ne La cucina dei monasteri, uscito nel 1981: questa volta la ricerca di Sebastiana Papa, che visita oltre sessanta comunità monastiche, nella stragrande maggioranza femminili, su tutto il territorio nazionale, si propone di ricostruire la sapienza gastronomica di queste comunità e della loro tradizione secolare. Non un semplice ricettario, dunque, ma un viaggio alla scoperta del senso e dello spirito della cucina di queste comunità, fatta di semplicità e di povertà, ma anche di ospitalità e misericordia.

Non a caso il libro si apre con un aneddoto tratto da quella Legenda Trium Sociorum (“la leggenda dei tre compagni”), scritta nel 1246 e che rappresenta la più importante raccolta ‘non ufficiale’ di notizie sulla vita di san Francesco e sui primordi della famiglia francescana:

”Avvenne che una notte dormendo li frati, gridò forte uno delli frati e disse: Io muoio di fame. Et Levandosi il beato Francesco subito fè porre la mensa, et come huomo di charità et discrezione mangiò con lui, acciocchè lui non si vergognasse mangiar solo, et di sua volontà. Et etiandio tutti gli altri mangiarono. Et poiché hebbero mangiato, disse il beato Francesco ai frati: Frati miei, cosi dico a voi, che ciascuno consideri sua natura et dia al suo corpo la necessità sua acciocchè possa servire allo spirito: perciochè dal soperchio mangiare, che ne noce al corpo et all’anima, noi siamo tenuti a guardare; cosi etiandio dalla soperchia astinentia; perciochè il Signore vuole la misericordia et non il sacrificio”.

Legenda Trium Sociorum, memoriale scritto in data 11 agosto 1246

Ad ogni capitolo corrisponde il racconto della visita ad un monastero, delle sue usanze e delle sue ricette.

Completano il libro un glossario dei termini arcaici o dialettali, l’elenco completo dei monasteri visitati e l’indice generale delle ricette.

E proprio in questo libro di Sebastiana Papa – per la precisione tra i dolci del Monastero di Santa Chiara di Camerino (p. 136) – ritroviamo, con qualche variante, la ricetta della Crostata delle suore di clausura, uno dei pezzi forti della pasticceria di Rosy!

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