Questo secondo piatto – semplice e ottimo – è una delle ‘ricette di libertà’ pubblicate nel libro Partigiani a tavola.
Il nome attribuito a questi semplici e buonissimi involtini richiama una Brigata partigiana che prendeva il nome dal torrente Belbo e che faceva parte della 2° Divisione delle Langhe comandata da Piero Balbo.
Un riferimento territoriale che dà ragione dell’ingrediente più originale del piatto: le nocciole tritate.
Le dosi qui proposte sono per 4 persone.
Ingredienti
- 4 fette di scamone
- 4 cucchiai colmi di mollica bagnata nel latte
- 2 cucchiai colmi di grana padano grattugiato
- 15 nocciole
- 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
- 1 spicchio d’aglio
- 1 foglia di salvia per involtino
- sale e pepe
- 1 cucchiaio d’olio d’oliva
- 2–3 cucchiai di brodo
Preparazione
Ammorbidire nel latte la mollica di pane (di 2-3 panini piccoli dovrebbe bastare), strizzarla appena e mescolarla con il prezzemolo tritato, mezzo spicchio d’aglio sminuzzato, le nocciole tritate e il grana grattugiato. Aggiustare di sale e pepe.
Se le fette di scamone sono grandi dividerle in due e spalmare ciascuna fetta con il composto preparato, arrotolarla e chiudere l’involtino con gli stuzzicadenti sia alle estremità che sul lato lungo, aggiungendo sul lato lungo foglia di salvia.
Rosolare gli involtini in un tegame antiaderente con un filo d’olio e il restante mezzo spicchio d’aglio, coprire e proseguire la cottura per una mezz’ora circa aggiungendo 2-3 cucchiai di brodo.
Servire gli involtini caldi, con il loro sughetto, accompagnati da verdure lesse a piacere (nella foto con agretti – o barba dei frati – al limone).