Spaghetti alla saponara

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Questa ricetta è tratta dal libro Si cucine cumme vogli’i’… La cucina povera di Eduardo De Filippo raccontata dalla moglie Isabella, edito da Guido Tommasi. Una cucina popolare che Eduardo aveva appreso da bambino dalla nonna materna, Concetta, uno dei grandi amori della sua vita. Fatta con ingredienti poveri ma sempre freschi di stagione e ‘condita’ di fantasia e pazienza. 

Perché Eduardo li chiamava spaghetti alla saponara?

A Napoli i saponari erano piccoli affaristi che andavano in giro per le case, portandosi dietro una certa quantità di sapone da dare in cambio della roba vecchia di cui le massaie volevano disfarsi e “saponaro” era il soprannome con cui Eduardo chiamava il suo amico Don Salvatore Navarra, specialista nell’improvvisare questo piatto semplice e verace nel retrobottega del suo negozio di antiquariato.

Le dosi proposte bastano per 6 persone. 

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Ingredienti

  • 500 gr. di spaghetti
  • 2 spicchi d’aglio (si può omettere)
  • 300 gr. di olive di Gaeta snocciolate
  • 100 gr. di capperi sotto sale
  • 4 o 5 cucchiai di olio
  • 4 o 5 cucchiai di pangrattato

Preparazione

Mentre l’acqua per gli spaghetti raggiunge il bollore, saltare in padella l’aglio nell’olio, aggiungere i capperi ben sciacquati dal sale e le olive nere snocciolate.  Far andare qualche minuto, togliere l’aglio e spegnere.

Cuocere gli spaghetti molto al dente, colarli e versarli nella padella. Farli  insaporire a fuoco vivace, mescolando, per qualche minuto. Questo serve anche a fermare la cottura degli spaghetti, mantenendoli belli sodi.

Togliere dal fuoco la padella, mescolare alla pasta due o tre cucchiai di pangrattato, versare il composto in una pirofila, cospargere la superficie con il restante pangrattato e un filo di olio.

Mettere in forno ben caldo per una mezz’oretta. Gli spaghetti dovranno essere croccanti in superficie e morbidi all’interno.

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